ORATORIO di S. LORENZO sul CASTAGNARO
Nel territorio di Frassinelle, più precisamente nella località “Passo”, c’è l’Oratorio di S. Lorenzo molto caro ai residenti perché ricorda alla gente della zona che nel piccolo Cimitero dietro la Chiesetta riposano le spoglie delle 84 persone che perirono durante l’alluvione del 1951 sul “camion della morte”.
Ma la storia dell’Oratorio, andando a ritroso nel tempo, ci porta al periodo in cui un certo Andrea Toletto (o Toletti) lo volle costruire. Siamo nel 1596.
Data l’impraticabilità delle strade in quel periodo e la grande distanza dalla Parrocchia di S. Bartolomeo Apostolo di Chiesa, per dare la possibilità alla gente di assistere alla Santa Messa domenicale il Toletto chiese al Vescovo Loreto (13/2/1596) l’autorizzazione per la costruzione dell’Oratorio
Ottenuto il permesso Vescovile a realizzare l’opera il Toletto, per licenza testamentaria (rilasciata al notaio Rondina il 25/2/1597), lasciò come dote una rendita (chi dice 20 chi 25 ducati) e una casa per il Cappellano con l’obbligo di celebrare una Santa Messa in tutte le feste di precetto.
Nel testamento il Toletto lasciò pure 2 scudi alla Confraternita di San Iseppo (San Giuseppe) con la precisa disposizione di essere sepolto nell’Oratorio stesso.
La costruzione sorse lungo l’argine sinistro del Castagnaro*: così era infatti chiamato il Canalbianco all’epoca.
*Piccola storia del “Castagnaro”.
“A seguito delle rotte del Po che si verificarono tra il 1434 e il 1438 si diede vita a un deviazione dell'Adige e l’alveo che si generò venne chiamato Castagnaro. Le acque del Castagnaro si riversarono nel Tartaro all'altezza di Canda e ne cambiarono radicalmente la portata al punto che il tratto da Canda al Po venne considerato la prosecuzione del Castagnaro e il Tartaro un suo affluente.
All’inizio del XVI secolo si progettò una regolazione del Castagnaro questo perché le sue acque spesso tracimavano. L’opera prevedeva la confluenza delle acque dell’Adige, molto più chiare rispetto a quelle torbide del Tartaro, nel Castagnaro. La limpidezza delle prime schiarì a tal punto l’acqua del Castagnaro che sorprese le popolazioni tanto che chiamarono il corso d’acqua canal Bianco” (Wikipedia).
Notizie del periodo ricordano che la piccola Chiesetta ero provvista di un campanile ad una campana che avrebbe dovuto ”dare solo qualche botto, per poco intervallo” per non disturbare la Parrocchiale”.
Nei verbali delle visite Pastorali viene ricordata la chiesetta di San Lorenzo come succursale della Chiesa Parrocchiale; luogo per le funzioni religiose e la sepoltura dei parrocchiani deceduti nei periodi di alluvioni (fra l’altro molto frequenti) o altre calamità.
Il primo Cappellano che viene ricordato è don Lorenzo Dè Burgundiis nella visita pastorale di mons. Flavio Perotto (1604) e l’oratorio viene chiamato di ”San Francesco”.
Pure durante la visita del Vescovo Tommaso Retano avvenuta circa 60 anni dopo, l’oratorio viene chiamato di “San Francesco”.
In quell’occasione viene citata la presenza di una “Pala” raffigurante “ l’Annunciazione di Maria coi Santi Francesco, Lorenzo e Giovanni Battista”
Attorno al 1780 la proprietà passa dai Toletto alla famiglia Bernardinello e da questo momento viene intitolata a San Lorenzo. Questo passaggio determina un deterioramento della struttura anche perché la famiglia Bernardinello fatica a dare una successione alla stirpe interessata al mantenimento dell’Oratorio.
A un certo punto della storia ai Bernardinello si presentano gli incaricati della famiglia veneziana Ballarin, intenzionati a rilevare la struttura con l’obiettivo di abbatterla. La famiglia Ballarin era molto conosciuta e nota per l’attività della lavorazione del vetro che svolgeva in Venezia . Il loro capostipite Giorgio è nato all’incirca verso il 1440 a Spalato e si trasferì da giovane a Murano dove iniziò l’attività nell’arte vetraria.
La prospettiva dell’abbattimento fece insorgere gli amministratori della Fabbriceria di S. Marco di Venezia che nella lettera inviata alla famiglia Bernardinello ricordano che: “da oltre trent’anni la Fabbriceria amministra l’oratorio e quindi ad essa, rappresentante del popolo, spetta la proprietà dell’edificio per uso capione” .
Come ricordato, da sempre l’oratorio serviva come succursale della Parrocchia e trovandosi in un punto elevato rispetto al livello delle acque il piccolo cimitero accanto serviva come luogo di sepoltura. Avvenne così con l’alluvione del 1801 come ricordato negli annali e con la recente del 1951 per le 84 vittime del “camion della morte”.
Il piccolo Oratorio subì un restauro ad opera della popolazione del posto con l’apporto di quella di Fiesso Umbertiano (non va dimenticato che le vittime dell’alluvione del 1951 provenivano nella maggior parte da quel paese), del Comune di Frassinelle e del Ministero dell’Interno.
Nel 1973 l’oratorio passa alle dipendenze della Parrocchia di S.M. Assunta.
Nella storia della chiesetta rimarrà indelebile nei tempi la figura del suo più illustre Visitatore. Il 14 novembre 1976 celebra il 25° anniversario dell’alluvione il Cardinale Albino Luciani, Patriarca di Venezia e futuro Papa evangelico Giovanni Paolo I°.